domenica 20 aprile 2008

La valle dei salici trascoca...

Cari amici,
visto che il nome del blog era un po' complicato per i non-sardi, ho pensato di traslocare qui!
un bacio a tutti!
Franca

venerdì 11 aprile 2008

"CIAO"















Sul giornale l'altro giorno ho letto questa frase che mi ha dato la spinta necessaria per ricominciare:



"Per tutto c'è bisogno di una vocazione. Anche per la felicità."


Il mio pensiero è andato ad un persona stupenda la cui vocazione era l'amore per la famiglia e per tutte le persone che hanno avuto l'immensa fortuna di conoscerlo. Una persona che amava le cose belle, si interessava dei più svariati argomenti ed aveva una cultura cosi grande che pochi possano eguagliare. Uno dei suoi ultimi pensieri è stato rivolto al mare, che per lui era vita, bellezza, mistero e sentiva come una parte di se. Questo scorcio di mare è per LUI e glielo mando con il saluto che gli rivolgo sempre "Ciao Signor Dino!"

sabato 19 gennaio 2008

Torta all'ananas


Per praticità ho cambiato blog.
Puoi trovare questo post sul mio nuovo blog, all'indirizzo:
http://lavalledeisalici.wordpress.com/
Scusa per il disguido, e a presto!

domenica 6 gennaio 2008

Oltre i confini del Mare (Quinta Puntata)

Eccoci alla quinta puntata del mio racconto. Nella prima puntata Sabrina, cercando una cesta in solaio, ha trovato un cofanetto con il nome del bisnonno. Nella seconda puntata scopre lo scambio epistolare tra Bachisio e Vittoria, ed il loro amore tormentato. Nella terza puntata, Sabrina decide di partire per la Sardegna. Nella quarta puntata incontra un uomo.

Nel pomeriggio, decise di andare a Santa Maria Coghinas, il paese natale del nonno.
Giunta in paese entrò nella chiesa e riconobbe subito i dettagli descritti nelle lettere di Vittoria. Le sembrò di aver trovato la pista iniziale della sua ricerca.
Nella sacrestia incontrò il parroco, che le diede tutto il suo aiuto per consultare i registri e per aiutarla a risalire ai discendenti sardi della sua famiglia. Rimase lì fin quando Don Luca la chiamò perché doveva chiudere le porte.
Si ritrovò così nella piazza del paese, non c’era nessuno, restava accesa ancora solo l’insegna del bar, due uomini ne uscirono barcollando. Fu assalita dalla paura, i due la guardavano e si incamminarono nella sua direzione parlando un linguaggio a lei estraneo. Erano talmente ubriachi che correndo riuscì a seminarli, ma inciampò in una pietra. Sentì una fitta lancinante alla caviglia. Il terrore si era impadronito del suo essere e cercava di non pensare a ciò che poteva succedere, quando qualcuno la risollevò e contemporaneamente gridò frasi incomprensibili verso quei disgraziati che girarono sui tacchi sparendo per una stradina. Il suo cuore ebbe un sussulto, colui che la stringeva era lo stesso che quella mattina l’aveva messa al riparo dal rapace.
“Devo dire che lei è veramente un’incosciente!” – disse – “Uscire da sola a queste ore! Siamo in Gallura non a casa sua! Se lo ricordi la prossima volta! Non è compito mio farle da guardia del corpo!”. Le lacrime trattenute con la forza ruppero i loro argini e inondarono il viso di Sabrina, un pianto liberatore che riuscì a raddolcire l’estraneo.
Senza dire nulla la sistemò sulla sua auto e la portò in uno studio medico. “Perdoni la mia brutalità” – disse prendendo posto dietro la scrivania – “A lei può sembrare assurdo, ma qui le donne non escono da sole dopo il tramonto! Si ha paura dei banditi e gli ubriachi brulicano in questo posto ricco di vita!”. Le sue frasi erano cariche di sarcasmo e le aveva pronunciate più per se stesso che non per lei, capì che si trovava lì a malincuore e solo perché gli era stata assegnata quella sede.
Mi chiamo Matteo e sono guardia medica qui da due anni, vorrei controllare la sua caviglia, credo che si sia presa una brutta distorsione!”. Dopo un accurato controllo le diede un antidolorifico ed un antinfiammatorio. Ciononostante, quando provò a rialzarsi il dolore si fece ancora più forte. In quelle condizioni non sarebbe stata in grado di guidare, così decisero che l’avrebbe accompagnata lui alla pensione. Erano sull’uscio quando si sentirono le urla di una donna “Su dutto', curzada fizzu meu er morinde!” (Dottore, corra mio figlio sta morendo!).

(continua)

venerdì 4 gennaio 2008

Trofie con la zucca

Per praticità ho cambiato blog.
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Scusa per il disguido, e a presto!

lunedì 31 dicembre 2007

AUGURI !!!

Tanto per mantenere le vecchie abitudini oggi sono a lavoro. "Che noia!" Devo stare rinchiusa qui dentro fino alle 18:30. Mi consolo al pensiero che stasera sarò in buona compagnia per festeggiare il nuovo anno. Non so ancora cosa si mangerà, vi farò sapere al più presto.
Tanti cari auguri a tutti!!! Felice 2008!!!

mercoledì 26 dicembre 2007

Agnello in umido con olive

Per praticità ho cambiato blog.
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Scusa per il disguido, e a presto!

Oltre i confini del Mare (Quarta Puntata)

Eccoci alla quarta puntata del mio racconto. Nella prima puntata Sabrina, cercando una cesta in solaio, ha trovato un cofanetto con il nome del bisnonno. Nella seconda puntata scopre lo scambio epistolare tra Bachisio e Vittoria, ed il loro amore tormentato. Nella terza puntata, Sabrina decide di partire perla Sardegna.


La bellezza di questa terra aveva rapito la sua anima ed arenato in una zona remota della mente il motivo principale per il quale era giunta in Sardegna.
Dopo una ricca colazione a base di gallettas (biscotti) e zoddu (yogurt fatto in casa) salì nella sua stanza e si collegò ad internet col suo PC portatile.
Aprendo la posta si ritrovò in un attimo in America: il suo capo le chiedeva informazioni sul convegno che stava preparando a Whashington; era di vitale importanza per la sua amica Cindy avere un consiglio per l’abito da indossare al ballo di Halloween; con una valanga di parole la mamma le dava un dettagliato resoconto delle ultime chiacchiere di paese. Dopo una rapida occhiata agli altri messaggi, decise che poteva rimandare al pomeriggio le risposte, per godersi invece la leggera brezza che soffiava nel bosco vicino alla pensione.

Camminò per alcuni minuti seguendo un sentiero sterrato, lì decise di spingersi in mezzo agli alberi. Si trovò così in magnifico bosco, circondata da chercoso (querce), elighese (lecci), aera (aceri), olostru (agrifogli) e da niberu (tassi centenari). Nel sottobosco primeggiavano cespugli di ruo (rovi), martigusa (ginestre) e chessa (cisto), la terra sotto i suoi piedi era invece ricoperta di ciclaminoso (ciclamini selvatici), margheritasa (margheritine bianche) e tanti trivuzzu (trifogli).
Alzò lo sguardo al canto di un’allodola e vide un’imponente massa rocciosa, decise di proseguire in quella direzione.

Si era chinata per cogliere un quadrifoglio, quando si sentì afferrare per un braccio, ed una mano le chiuse la bocca per non farla urlare. Una profonda voce maschile le sussurrò nell’orecchio: “Stia calma, non le voglio fare del male, faccia come dico io” – disse lo sconosciuto – “guardi verso la montagna!”; Sabrina si girò nel momento in cui un magnifico esemplare d’Aquila Reale si poggiava su quei graniti.
Incredula di ciò che aveva visto gli disse: “Non sapevo che qui ci fossero le aquile!” – “È una giovane femmina, ha nidificato qui lo scorso anno, stanno per schiudersi le uova e non permette a nessuno di avvicinarsi”.

Ormai più imbarazzata che spaventata pensò che lo sconosciuto era veramente un uomo affascinante. Si sentì il volto in fiamme. Rimasero in silenzio a guardare la montagna, dopo un po’ l’uomo disse: “Possiamo andare! Le consiglio di non addentrarsi da sola fra queste valli, sono tanto belle quanto piene d’insidie e pericoli, dovrebbe farsi accompagnare da una guida!”.

Giunti alla strada si salutarono, non si erano nemmeno detti i loro nomi.

(continua)

mercoledì 12 dicembre 2007

Fregola Sarda con Bottarga e Pachino

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Scusa per il disguido, e a presto!

giovedì 6 dicembre 2007

Oltre i confini del Mare (Terza Puntata)

Con un pò di ritardo, pubblico la terza puntata del mio racconto. Nella prima puntata Sabrina, cercando una cesta in solaio, ha trovato un cofanetto con il nome del bisnonno. Nella seconda puntata scopre lo scambio epistolare tra Bachisio e Vittoria, ed il loro amore tormentato...

Grosse lacrime rigavano il viso di Sabrina quando lesse l’ultima lettera, nella quale Vittoria diceva al suo uomo che aveva avuto una bambina ma che dopo il parto si era ammalata e la sua salute peggiorava ogni giorno. La donna sentiva che per lei la fine era vicina e chiedeva perdono all’unica persona che aveva amato veramente, per non essere stata in grado di sfidare le convenzioni e scappare con lui.

Pensare al grande amore che univa i due giovani, conoscere, attraverso i loro ricordi, una terra bella e arretrata come la Sardegna del secolo scorso, fece nascere in lei il desiderio di visitare l’Isola e conoscere i discendenti di coloro che ormai sentiva come suoi lontani parenti.

Era partita senza parlare a nessuno della sua scoperta, voleva sapere cosa ne era stato della figlia di Vittoria e di tutti coloro che attraverso quelle righe erano entrati a far parte della sua vita, così come quei posti che tanto aveva sognato.

Un rumore improvviso riportò Sabrina al presente. Trattenendo il fiato e tremando di paura si avvicinò in direzione di un cespuglio, dietro il quale due occhi neri la fissavano sereni e curiosi. Una grossa mucca marrone la studiò per un attimo prima di rimettersi a mangiare le foglioline e le bacche della pianta del murta (mirto) di cui era ricca l’isola.
Sabrina alzò lo sguardo verso il cielo, ormai colorato dal tramonto, e vide il sole andare a dormire dietro le cime del Limbara. Decise che anche per lei era giunta l’ora di cena.

Alloggiava in una piccola pensione costruita su un altissimo strapiombo dal quale poteva vedere la città di Bonifacio; i proprietari erano un’arzilla coppia di vecchietti che accoglievano con calore ed affetto i loro ospiti. Le lenzuola profumavano di mughetto ed i cibi avevano il gusto e l’odore genuino della terra nella quale erano prodotti.

Il mattino dopo si svegliò al canto del gallo che segnava l’inizio di una nuova giornata ed il proseguire della sua ricerca. Una ricerca che andava molto a rilento.

(continua)