sabato 19 gennaio 2008

Torta all'ananas


Per praticità ho cambiato blog.
Puoi trovare questo post sul mio nuovo blog, all'indirizzo:
http://lavalledeisalici.wordpress.com/
Scusa per il disguido, e a presto!

domenica 6 gennaio 2008

Oltre i confini del Mare (Quinta Puntata)

Eccoci alla quinta puntata del mio racconto. Nella prima puntata Sabrina, cercando una cesta in solaio, ha trovato un cofanetto con il nome del bisnonno. Nella seconda puntata scopre lo scambio epistolare tra Bachisio e Vittoria, ed il loro amore tormentato. Nella terza puntata, Sabrina decide di partire per la Sardegna. Nella quarta puntata incontra un uomo.

Nel pomeriggio, decise di andare a Santa Maria Coghinas, il paese natale del nonno.
Giunta in paese entrò nella chiesa e riconobbe subito i dettagli descritti nelle lettere di Vittoria. Le sembrò di aver trovato la pista iniziale della sua ricerca.
Nella sacrestia incontrò il parroco, che le diede tutto il suo aiuto per consultare i registri e per aiutarla a risalire ai discendenti sardi della sua famiglia. Rimase lì fin quando Don Luca la chiamò perché doveva chiudere le porte.
Si ritrovò così nella piazza del paese, non c’era nessuno, restava accesa ancora solo l’insegna del bar, due uomini ne uscirono barcollando. Fu assalita dalla paura, i due la guardavano e si incamminarono nella sua direzione parlando un linguaggio a lei estraneo. Erano talmente ubriachi che correndo riuscì a seminarli, ma inciampò in una pietra. Sentì una fitta lancinante alla caviglia. Il terrore si era impadronito del suo essere e cercava di non pensare a ciò che poteva succedere, quando qualcuno la risollevò e contemporaneamente gridò frasi incomprensibili verso quei disgraziati che girarono sui tacchi sparendo per una stradina. Il suo cuore ebbe un sussulto, colui che la stringeva era lo stesso che quella mattina l’aveva messa al riparo dal rapace.
“Devo dire che lei è veramente un’incosciente!” – disse – “Uscire da sola a queste ore! Siamo in Gallura non a casa sua! Se lo ricordi la prossima volta! Non è compito mio farle da guardia del corpo!”. Le lacrime trattenute con la forza ruppero i loro argini e inondarono il viso di Sabrina, un pianto liberatore che riuscì a raddolcire l’estraneo.
Senza dire nulla la sistemò sulla sua auto e la portò in uno studio medico. “Perdoni la mia brutalità” – disse prendendo posto dietro la scrivania – “A lei può sembrare assurdo, ma qui le donne non escono da sole dopo il tramonto! Si ha paura dei banditi e gli ubriachi brulicano in questo posto ricco di vita!”. Le sue frasi erano cariche di sarcasmo e le aveva pronunciate più per se stesso che non per lei, capì che si trovava lì a malincuore e solo perché gli era stata assegnata quella sede.
Mi chiamo Matteo e sono guardia medica qui da due anni, vorrei controllare la sua caviglia, credo che si sia presa una brutta distorsione!”. Dopo un accurato controllo le diede un antidolorifico ed un antinfiammatorio. Ciononostante, quando provò a rialzarsi il dolore si fece ancora più forte. In quelle condizioni non sarebbe stata in grado di guidare, così decisero che l’avrebbe accompagnata lui alla pensione. Erano sull’uscio quando si sentirono le urla di una donna “Su dutto', curzada fizzu meu er morinde!” (Dottore, corra mio figlio sta morendo!).

(continua)

venerdì 4 gennaio 2008

Trofie con la zucca

Per praticità ho cambiato blog.
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Scusa per il disguido, e a presto!